La giostra dell'anima

di Italo Nobile

Rimanere di sasso...Ci deve essere uno spirito birbone in Antonio Barbagallo, a dispetto dell'energia tellurica della sua opera, così ricca di suggestioni ctonie. Nell'austera semplicità  di questa sua composizione (due lastre perpendicolarmente accostate, una grossa ciotola con una pietra vulcanica al suo interno e allineate vicino un'ampolla d'olio e un peso) viene come rappresentato uno degli scherzi più famosi dell'immaginario collettivo occidentale. Ma andiamo con ordine: la lastra ritta e quella coricata già  da sole sono ricche di suggestioni; esse rievocano un'erma col suo mistero che, opponendosi alla luce del sole, genera la sua ombra, col risultato di amplificare il mistero più che ridurlo. Oppure esse ricordano due compagni d'arme, l'uno che giace come segno teso a rammentarci la caducità delle cose, l'altro tutto compreso nella sua mesta pietas.Insieme le due lastre sembrano costituire un altare, il luogo dove si compie una rispettosa offerta, l'onesto commercio tra l'artista e il mondo in cui vive. Sin qui tutto bene. Ma il registro dell'ironia non perde il passo di quello della serietà . Già  per iniziare ad accorgersene basterebbe provare a sollevare queste pesanti lastre. In un solo momento vi rendereste conto che per Barbagallo i segni per rappresentare la realtà  non debbono gravare su di essa. Ma poi cosa effettivamente sta offrendo l'artista al suo Moloch? E cosa prima di lui ha offerto la divina Rea al suo consorte Crono? Un sasso! Che Crono inghiotte avido e ignaro al posto del figlio Zeus. Un sasso beffardo, che come tutte le lapidi di questo mondo si ostina a distogliere il tempo dal divorare i propri figli. Con questo scherzo forse inizia la nostra civiltà, quella giusta ed equilibrata di Atena: l'ampolla di olio e il peso assistono aspettando il loro momento, il momento dell'intelligenza e della misura. La luce solare sancisce la loro amicizia con un gioco di riflessi. La sospensione estetica colpisce le nostre attese: il tempo si farà  ingannare?

dal catalogo "Elios-Elaion"

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